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I lati oscuri del silenzio e la maschera delle parole

1. Sappiamo che l’esercizio del silenzio massonico aiuta a tacitare l’irruenza delle parole non meditate,educa all’ascolto e favorisce l’esame introspettivo,divenendo così indispensabile supporto nel complesso percorso individuale finalizzato alla levigazione della nostra pietra grezza.

2. Talvolta però il silenzio (quello non massonico) presenta i suoi lati oscuri quando condiziona negativamente l’autenticità del pensiero,tenendo sospese le parole che,per ignavia od opportunismo,non si ha il coraggio di esternare.

Ciò evidentemente accade quando lasciamo che misere convenienze od opachi interessi materiali diventino cattivi mediatori della nostra coscienza.

3. Tuttavia un esame,seppur sommario,dei vari volti del silenzio,ci induce per contro ad evidenziare anche le peculiari caratteristiche delle parole che,quando non sono veritiere,diventano brutte maschere della nostra personalità,ma quando esprimono l’autenticità del nostro pensiero,manifestano l’interezza della loro forza e bellezza,diventando ancora più preziose nel sapiente connubio col silenzio.
Infatti,se l’esercizio del silenzio propedeutico all’affinamento dei concetti serve a monitorate l’irruenza della loquacità,non deve però indurre ad una restrizione dell’esplicazione del pensiero.
La bellezza della parola diventa finestra della nostra anima e pertanto non possiamo tenere solo per noi i frutti del nostro pensiero,che invece dobbiamo offrire anche agli altri,non solo per un mero atto di generosità intellettuale,ma anche per non privare i nostri interlocutori del confronto dialettico,essenzialmente teso ad ampliare i nostri orizzonti intellettuali,approfondendo le varie ragioni delle nostre ed altrui verità.

4. Amare la verità significa anche essere scomodi interlocutori su delicate tematiche che talvolta vanno ad intaccare grigi opportunismi.
Allora le parole non vengono condizionate dal lato oscuro del silenzio che cerca di assonnare le coscienze.
La loro forza,direttamente proporzionale alla loro franchezza,è l’esatto contrario del pavido silenzio,ci rende protagonisti palesando apertamente il nostro pensiero e, nell’aperto confronto dialettico,contribuisce ad accorciare le varie distanze individuali.

5. I molteplici aspetti del silenzio,talvolta dovuti a semplici carenze dialettiche od a vari fattori culturali e caratteriali,non sono facilmente catalogabili. Può quindi accadere che per semplice timidezza o presunta inadeguatezza dialettica si rimane chiusi nel silenzio.
E’ chiaro che chi ha il dono di eccelse capacità espressive,come i poeti e gli artisti in genere,ha il privilegio di comunicare agli altri la ricchezza del loro pensiero suscitando anche profonde emozioni.
Ma l’uomo qualunque,saggiamente consapevole dei propri limiti,non persegue alcuna forma di virtualismo dialettico,ma deve tuttavia essere realisticamente consapevole della irrinunciabile importanza di poter esprimere il proprio libero pensiero,che deve intendersi come punto cardine della stessa libertà individuale.
Egli allora,per regalare anche agli altri la sua ricchezza interiore,deve aprire lo scrigno che custodisce i suoi pensieri,usando la chiave di volta delle parole,che non devono necessariamente essere impreziosite da virtualismi letterali,né tantomeno essere pretenziose o altisonanti,ma semplicemente autentiche.



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