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Un acusmatico apprendista

Grande Oriente d’Italia
Loggia Gallura 1060 OR Olbia
A.G.D.G.A.D.U.
- un acusmatico apprendista -
Grande Oriente d’Italia Loggia Gallura 1060 OR Olbia A.G.D.G.A.D.U.

- un acusmatico apprendista -

 

 

Carissimo Maestro Venerabile, carissimi Dignitari di Loggia, Fratelli tutti, mi cimento per la prima volta nella stesura di una tavola massonica. Lo faccio affidando a voi una serie di riflessioni personali ed intime, attraverso le quali provo a raccontare il mio primo anno da apprendista libero muratore. Io sono un apprendista. Sono qui per apprendere. Apprendere come venire a conoscere. Io apprendo in quella che è definita condizione di silenzio imposto, silenzio perché non è dato parlare di cose che non si conoscono. E’ passato più di un anno dal mio primo ingresso nel Tempio, un anno nel quale ho avuto modo di scoprire una natura massonica del mio essere fino ad allora sconosciuta, ed oggi in continuo divenire. Non molto tempo fa la mia attenzione fu catturata da una lettura che approfondiva il ruolo della Scuola Pitagorica tra le scuole filosofiche antiche. La Scuola Pitagorica nacque in Grecia e prosperò soprattutto in Magna Grecia tra il VI ed il V secolo A.C..

Si differenziava per molti aspetti dalle scuole filosofiche classiche; tra questi cito a mero titolo di esempio l’essere aperta a tutti, donne e stranieri compresi. Leggevo con interesse quanto era scritto sulla Scuola Pitagorica, ma rimanderò - se mi sarà concesso - ad altre tavole ogni approfondimento che voglia mettere in risalto e discutere la filosofia pitagorica che identifica nel numero il principio di tutte le cose, avvalorando tale conclusione dalla constatazione che tutti i fenomeni naturali si realizzano secondo una certa regolarità, con rapporti calcolabili che fanno pensare a una loro dipendenza da principi numerici insiti in essi. L’argomento è molto complesso e necessita da parte mia di un lungo percorso di studio e analisi. La mia attenzione si posava invece sugli accostamenti e sulle similitudini che la struttura e l’organizzazione della Scuola Pitagorica mostrava con la Comunione Massonica di cui mi onoro far parte, in particolare su quello che differenzia la Massoneria, per quel che finora ho potuto vedere, scorgere, avvertire.

La Scuola era un ordine esoterico come lo è la Massoneria, ma era organizzata come una setta. I loro insegnamenti non erano destinati ad un pubblico vasto, ma solo agli appartenenti alla scuola, e questi non potevano rivelarli a coloro che ne erano estranei, pena la morte. Gli insegnamenti impartiti dal Maestro erano a carattere dogmatico, cioè dovevano essere presi come verità assoluta e non potevano essere contestati. Il Maestro, a tal proposito, all’inizio di ogni discorso soleva dire che non avrebbe tollerato nessuna insinuazione riguardo a quello che stava dicendo. Inoltre il Maestro parlava dietro una tenda e chi riusciva a vederlo se ne vantava a vita.

I lavori massonici mi sono apparsi subito diversi. Nessun dogmatismo accompagna il lavoro del Maestro Venerabile. E’ invece percepibile un senso di collegialità che è difficile descrivere su carta. Fatta debita eccezione per gli apprendisti e la loro condizione di silenzio imposto, la partecipazione di tutti i presenti all’interno del Tempio è totale, ben scandita da un rituale che ha il compito di dare ordine ai lavori, ma mai irrigidisce questi ultimi. In Massoneria questi principi guidano ogni momento di ogni singola tornata. Il Maestro è seduto a Oriente, non ha veli che lo separano dagli altri, non ha discepoli ma fratelli, si avvale di tutti i Dignitari di Loggia per condurre al meglio i lavori da svolgere. Nella Scuola Pitagorica cade il principio secondo cui la caratteristica principale della filosofia deve essere la ricerca della verità senza la pretesa di arrogarne il possesso, dove la base della ricerca filosofica è proprio la libertà di pensiero, di discussione e di confutazione. La Massoneria – dal suo canto - prescrive i principi di libertà, fratellanza e uguaglianza.

Libertà come libertà di pensiero, il pensiero che rende libero un uomo. Fratellanza come coesione tra i Fratelli liberi muratori, perché coesi si è più forti, soprattutto se l’unione non è il prodotto di un’imposizione, bensì di uno spontaneo affetto che i massoni sentono l’uno per l’altro. Uguaglianza perché all’interno del Tempio, a partire dal rito di iniziazione, il Maestro Venerabile sottolinea tra i principi della Libera Muratoria quello secondo cui uomini di carattere e condizioni diverse siedono fraternamente, lavorando per gli stessi scopi, nel più affettuoso e reciproco rispetto. All’interno della cerchia dei discepoli della Scuola Pitagorica, era possibile distinguere due categorie: gli acusmatici, che potevano solo ascoltare e i matematici, che invece avevano la facoltà di parlare liberamente con il Maestro e quindi di formare un’opinione personale.

Gli acusmatici non potevano non attirare la mia attenzione ed il mio interesse. Il termine acusmatico è mutuato dal greco e, riferito ai discepoli della Scuola, sta ad indicare l’essere privi di suono. In questo senso, l’apprendista libero muratore è un acusmatico. Io sono un acusmatico apprendista, apprendo privo di suono. La condizione di silenzio imposto non deve far pensare ad una minore partecipazione di un apprendista ai lavori di un’Officina. Si ascolta in silenzio e si assiste ad una ritualità nella quale il proprio pensiero è espresso parlando uno alla volta e nella quale l’unico assoluto divieto è ridurre il tenore dei lavori a discorsi che coinvolgano la politica o la religione. Si è privi di suono – questo è indubbio – all’inizio del nostro cammino iniziatico. Come i bambini iniziano la loro vita sostenuti ed affiancati dai genitori, così il Recipendiario intraprende il suo percorso in quello che è definito Silenzio Iniziatico.

Ci si può definire acusmatici allorché ci si siede sui banchi di scuola per imparare ascoltando la lezione Il silenzio deve essere interpretato come forma di meditazione e non come una sterile impotenza. Io sono un acusmatico apprendista perchè non sono ancora in grado di esprimermi nel linguaggio iniziatico dei simboli. Il silenzio è una condizione temporanea che accompagna il processo di depurazione dalla vita profana, ma sono convinto che non si debba mai abbandonare una propensione ed un’attitudine di tipo acusmatico. Nella Massoneria “sarete ciò che voi stessi avrete saputo trovare”, scriveva un autore mentre si rivolgeva ai nuovi iniziati. Mi auguro in tal senso di avere iniziato la ricerca - senza suono – come un acusmatico apprendista.

Ho detto, Maestro Venerabile.

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Siamo una Loggia Massonica del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani. Siamo un Ordine iniziatico i cui membri operano per l'elevazione morale e spirituale dell'uomo e dell'umana famiglia. La natura della Massoneria e delle sue istituzioni è umanitaria, filosofica e morale.