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Morale ed etica del bussante

Si parla di morale e si parla di etica in relazione soprattutto alla valutazione di un bussante.

Qualunque siano i requisiti scelti per la selezione, questo nostro materiale da costruzione deve essere certamente superiore alla media e qui infatti nasce la riflessione che ha stimolato questo scritto. Quale è il livello accettabile o opportuno di questo profilo.

Siamo universalmente convinti che la crisi sociale ed economica abbia impoverito i valori morali e civili. L’evoluzione del secolo scorso ci ha portato da società pre industriale o addirittura feudale attraverso la diffusione dei diritti del secondo dopoguerra e degli anni ‘60 e ‘70 fino ad uno stato sociale che riteniamo imprescindibile. Eppure, questa evoluzione si è arrestata ed ha addirittura fatto dei passi in dietro.
Così come nei secoli scorsi, la Massoneria deve essere la fucina di valori morali e sociali laici.
In questo senso, se misuriamo l’etica di un individuo in relazione ai costumi sociali medi, non possiamo non preoccuparci per il loro detrimento. Non possiamo soprattutto accontentarci del semplice adeguamento alla mediocrità generale. Mi chiedo quindi quale deve essere il criterio di selezione, la conditio sine qua non.
I buoni costumi richiesti al candidato di oggi potrebbero non essere adeguati ad una tegolatura di appena vent’anni fa, ma il Massone non vive di utopie sociali, vive il suo tempo ma guarda oltre l’orizzonte del quotidiano.
E’ definitivamente tramontato il primato morale della religione nella definizione di giusto e sbagliato e parimenti nella definizione delle regole sociali, quindi nessuna scusante può essere addotta in relazione al Nichilismo.
La perdita di valori non sostituiti può lasciarci smarriti nella proiezione futura eppure consapevoli nel percorso.
Celebre il motto di Nietzsche “Dio è morto”. Nel senso che non fa più mondo, concetto spiegato dall filosofo Galimberti, se togliamo dal medioevo Dio non ne comprendiamo la società, l'arte o la cultura in generale. Se, allo stesso modo, eliminiamo il denaro, unico motore, non comprendiamo il nostro tempo. Il mezzo diventa fine e l'uomo perde la sua centralità divenendo mezzo.
In questa nebbia, quasi regalato dal G.A.D.U. giunge il trinomio massonico con valori non solo universali ma soprattutto eterni. Era moderno settant’anni prima della rivoluzione francese quando gli uomini non potevano disporre nemmeno della propria vita ed è, oggi più attuale che mai.
La Libertà promossa allora per il suddito è oggi una libertà religiosa, politica e di costume, sempre nell’alveo della convivenza sociale.
L’Uguaglianza, contrapposta ai diritti di nascita di allora è oggi per semplificare una parità di diritti e di opportunità.
La Fratellanza non è e non è mai stata solo assistenza, è più che mai tolleranza verso la diversità, verso la condizione e spesse volte verso le mancanze dei fratelli.
Un fratello in Hiram deve essere un riferimento per chiunque, un biglietto da visita per l’istituzione, pur con la consapevolezza che nessuno è immune da difetti.
E’ stato detto che i valori che ricerchiamo devono essere già presenti nelle pietre che tentiamo di levigare, il nostro lavoro è in fin dei conti la eliminazione del superfluo.
Allora mi chiedo cosa dobbiamo vedere in un candidato, quale parte del potenziale richiesto può essere inespresso.
E’ facile riconoscere chi è migliore di noi, questi, come si dice solitamente sarà un Massone senza saperlo e svolgerà senza insegne il suo lavoro a gloria del G.A.D.U..
Se vogliamo però unire alla causa quei potenziali inespressi, forse, non possiamo prescindere dalla sana curiosità per le cose del mondo, non può non esserci umiltà nell’approccio all’ignoto ed una voglia di mettersi in discussione.
Tutti noi abbiamo per strade o vite diverse acquisito una sola certezza ciò che ignoriamo cresce più velocemente delle nostre conoscenze. Se pertanto la nostra tolleranza ci fa guardare con tenerezza chi ha fedi granitiche e saperi assoluti, al contempo dovremmo sapere che chi si convince di essere giunto alla metà interrompe i suo cammino.
Lo stupore che provo nel trovare nello stesso individuo e nello stesso tempo tutte quelle caratteristiche che ricerchiamo è per me inesauribile. Mi trovo a pensare questa evenienza come una rarità irripetibile, poi però considero che l’inquietudine a cui la massoneria risponde è oggi più che mai diffusa.
Lo spazio vuoto lasciato nel confronto, nel rispetto e nella moralità, in una parola nei valori, non è conteso da nessun’altro. Sta a noi erigervi un tempio.

Questo è senz'altro solo il mio parere.

Ho detto.